Tributo a Joe Romano

Hanno detto di lui:

OmniMotoJoe Romano: invisibile come l’aria

Non è facile scrivere di Joe Romano: non lo era prima, data la sua naturale tendenza a non apparire in pubblico, e non lo è ora che Joe non c’è più. Non è facile perché sicuramente la notizia della sua dipartita interessa a pochi, a quelli che si fregiano dell’appellativo di “addetti ai lavori”. Per la cronaca, Joe Romano è morto nella notte di sabato 10 maggio, nel sonno, a soli 51 anni. Lascia la moglie Lucia e la sua affezionata pitbull terrier.
Questa notizia potrebbe finire qui, perché chi sa, chi conosceva Joe, non ha bisogno di leggere altro. Ma se qualcuno è curioso di sapere perché oggi scriviamo della morte di un tecnico italo-americano, vada pure avanti.

JOE ROMANO: L’UOMO DIETRO AI MONDIALI
Joseph Romano, meglio conosciuto come Joe, era nato a Roma ed aveva vissuto la sua infanzia all’interno delle Basi Militari statunitensi, per poi tornare in Italia da adolescente. Fin da ragazzosoffre di una smodata passione per la tecnica motoristica ma soprattutto per la ricerca e la sperimentazione che lo portano in breve a diventare il massimo esperto conosciuto nel campo dei motori con aspirazione lamellare. Nei primi anni ottanta collaborò con la Ferrari con un progetto su una testata per motori da competizione, e da Maranello ricevette anche un’offerta di ingaggio, che Joe rifiutò per dedicarsi alle “sue” ricerche, nella tranquillità del suo laboratorio all’ombra del Vesuvio.

Chiunque abbia avuto in gioventù uno scooter, un cinquantino o una moto con motore lamellare a cui è stato sostituito il pacco delle lamelle, forse non lo sa, ma molto probabilmentequelle lamelle che ha installato sul suo motore erano state progettate da Joe. Detta così potrebbe sembrare che Joe Romano sia stato solo un esperto di motori lamellari, ma in realtà possiamo sostenere che ad oggi è stato il massimo esperto esistente nel campo della fluidodinamica dei motori. La sua cultura e il desiderio di sperimentare lo ha portato a lavorare su qualsiasi genere di propulsore, motociclistico, automobilistico, navale o da kart, e chiunque abbia mai pensato di installare un Nos sulla sua auto, saprà che anche in quel settore Joe era il maestro.

La sua incredibile esperienza in campo fluidodinamico portò Joe a collaborare con tutti i Team impegnati nel Motomondiale di allora, ma la sua indole schiva e riservata fece sì che il suo nomenon sia mai apparso nei titoli di coda delle grandi vittorie, ma vi possiamo garantire che anche dietro ai Mondiali più blasonati dell’era dei due tempi, la mano di Joe era sempre presente.
Romano è sempre stato un antipersonaggio, un uomo d’altri tempi, di quelli che non cercano le luci della ribalta, ma uno che nel suo mondo ha fatto tantissimo. Schivo al punto di risultare antipatico, Joe non amava dialogare con i giornalisti e concedeva solo a pochissime testate di parlare dei suoi studi (e chi scrive ha avuto la fortuna lavorare proprio in una di quelle riviste che piacevano a Joe).

Chi lo ha conosciuto bene lo ricorda come un uomo integro, uno che non si prestava a fare compromessi quando questi lo avrebbero costretto a ragionare contro la sua natura. Ma anche un uomo trasparente proprio come l’aria di cui amava studiare il comportamento, arrivando a costruire interi motori in plexiglas nei quali poi far fluire aria tracciata per studiarne la dinamica.
Uno che faceva volare i motori ma che non andava in autodromo a vederli correre. Uno che deteneva decine e decine di brevetti tecnici in ambiti più disparati, ma che non era interessato ai possibili risvolti economici di ciò che inventava. Uno che nel suo laboratorio aveva la strumentazione più sofisticata, ma anche uno a cui bastava mettere il naso dentro un airbox per capire dove intervenire per andare a cercare quel cavallo in più che fa la differenza in gara.

Ieri, ai funerali di Joe Romano erano presenti alcuni dei piloti che hanno corso con i suoi motori e chi c’era (e che ringraziamo per averci mandato una foto di Joe accanto al suo banco di flussaggio) ci ha raccontato che sulla bara di Joe è stato poggiato un telefono che suonava A horse with no name degli America…
Ciao “Cavallo senza nome”…

Autore: Lorenzo Gargiulo


Vroom Kart Italia: Joe Romano è deceduto sabato notte a Roma

La notizia ci colpisce come un fulmine a ciel sereno. Lui, il genio sconosciuto, il preparatore dei preparatori ci ha sorpreso ancora una volta, l’ultima. Una scomparsa che fa male a tutto l’ambiente motoristico e soprattutto a chi lo ha conosciuto da vicino.
Per chi volesse rendergli l’ultimo saluto i funerali si svolgeranno alle 15,30 presso la Chiesa S.MARIA ASSUNTA DI BELLAVISTA
Via Posillipo, 111 – Agnano (NA)

StarBikers: Grande folla di amici per l’addio a Joe Romano

E’ con grande dolore che oggi diffondiamo la notizia della scomparsa improvvisa di Joe Romano, napoletano geniale, esperto di motori 2 tempi e figura dal profondo carisma e senso della vita. Fondatore con l’amico e socio Luciano della Alien Engineering ha vissuto in maniera riservata ma di lui tutti conoscono le grandissime capacità tecniche e inventive.

Nella sua officina e casa sono passati i più grandi piloti e team di tutte le specialità, che cercavano il massimo delle prestazioni e della competenza. Joe se n’è andato così, mentre dormiva, il suo cuore ha deciso di fermarsi e noi con rabbia gridiamo che era troppo presto. Una folla silenziosa di parenti ma soprattutto amici ha riempito la chiesetta di Via Posillipo che affaccia su una Napoli oggi più bella che mai.

Una città che Joe ha sempre difeso nonostante ne fosse amareggiato dalla crudezza e ignoranza di parte dei suoi abitanti. Momenti di grande intensità emotiva vissuti durante il rito religioso e alla fine il lungo e commosso applauso che ha accompagnato Joe verso l’ultimo viaggio.

Ha portato via con sè quel bagaglio culturale e tecnico che mancherà a tutti, anche a chi non lo conosceva. Ai genitori e alla moglie Lucia il nostro caloroso abbraccio. Ciao Joe.

Lello Vaccaro


Chevy Italia Forum: Joe Romano – L’ultimo dei romantici

cecco77:

Joseph Romano è ritenuto uno dei massimi esperti ricercatori mondiali in fatto di motori lamellari.
Joe non è un preparatore nel senso più comune del termine ma sa spremere fino all’ultimo cavallo da qualsiasi motore, incastonato in un telaio o sotto un cofano o nascosto dalla carena di uno scafo. Non è solo un meccanico o un ingegnere, ma è entrambe le cose: acquista e realizza da sé qualsiasi pezzo meccanico attingendo alla sua enorme esperienza, acquistata in oltre un ventennio di attività.

Joe racconta: “Ho imparato molto e mi sono divertito tanto. Quando correvamo il quarto di miglio con gli small block Chevy, dovevamo inventarcene di tutti i colori per farli stare insieme, tanto che siamo arrivati anche a colare del cemento nel monoblocco, sembra assurdo, ma smisero di rompersi. Poi un giorno, arrivò un certo Scott Scharough con una Chrysler nera con su scritto ‘The unknow Racer’ (Il pilota sconosciuto) in effetti lo era sconosciuto, come per magia ci fece un buco in testa a tutti. Fu uno dei primi in assoluto ad utilizzare il protossido di azoto in assoluto nelle gare di accellerazione. E di li a poco tutti cominciammo ad utilizzarlo”

Joe ha il NOS nel cuore per il resto della sua vita, al punto tale da studiare un sistema di iniezione tutto suo.

Volutamente anonima e protetta da sguardi indiscreti, la Alien Engineering di Joe Romano è stata, ed è tuttora, meta di un autentico pellegrinaggio da parte dei reparti corse di Honda, Derbi e Yamaha alla ricerca dell’accordatura finale dei propulsori ufficiali delle moto di personaggi quali Max Biaggi, Olivier Jacque, Shinya Nakano o Mirko Giansanti. La Alien Engineering è infatti considerata – soprattutto dai guru dei team del Sol Levante – il più avanzato centro di ricerca e sviluppo in tema di alimentazione lamellare e di studi sui fluidi termodinamici. Insomma, una carta da giocare quando la partita sembra ormai persa ma la speranza di vincerla non è ancora scemata. Un riconoscimento alle grandi e straordinarie capacità di Joe che, purtroppo, in alcune occasioni ha mostrato un rovescio della medaglia tanto amaro da mettere a dura prova la disarmante onestà e limpidezza del “genio”. Fuori di metafora, le guerre si combattono anche a suon di scorrettezze e il turbolento contenzioso che contrappone Joe Romano ad uno dei team più in vista del circus in merito alla “libera interpretazione” di un set lamellare lo dimostra emblematicamente.

Che Joe ROMANO sia un personaggio fuori dagli schemi lo si capisce appena varcata la soglia del suo laboratorio-officina. Per chi ama i motori in ogni loro aspetto è uno spettacolo imperdibile. C’è di tutto: ruote, telai, motori completi… Un’infinità di pezzi, anche rari, che delineano con chiarezza la personalità pressoché unica di quest’uomo, che ha fatto della ricerca in campo meccanico l’obiettivo principale della propria vita. Parlare con Joe non è facile. Un po’ diffidente, schivo e imbarazzato, al punto tale da diffondersi la voce che Joe Romano non esiste, è frutto dell’invenzione di un bravo stratega di Marketing, Joe ha mostrato però ben presto il suo vero volto a riviste come Elaborare, Over Boost, auto Tecnica, Moto Tecnica, Quattroruote e altre riviste specializzate, mostrando i frutti delle sue ricerche e delle sue realizzazioni.

Senza alcun dubbio in campo meccanico può essere considerato l’equivalente di un ricercatore in ambito scientifico. Il suo approccio con le più disparate tecniche costruttive o i materiali più diversi è il risultato di conoscenze ed esperienze arricchite da studi approfonditi. Un esempio per tutti deriva dall’avanzatissimo livello raggiunto nei sistemi di alimentazione lamellare, di cui Joe ROMANO può tranquillamente essere considerato il massimo esperto mondiale. Non si tratta di un’affermazione fine a se stessa ma di una consacrazione guadagnata sui campi di gara in tutto il mondo.

Ciò che più colpisce in Joe, tuttavia, è sicuramente l’enciclopedica cultura, anche al di fuori dell’ambito puramente meccanico. La sua esperienza è ottima, sia in campo tecnico e pratico che per quanto concerne la fisica, la matematica e l’informatica. Il tutto condito con qualche riflessione filosofica. Joe nasce a Roma nel 1960, trascorre l’infanzia nelle basi militari americane (il padre è ufficiale dell’aviazione USA) all’età di 13 anni torna in Italia, e comincia la sua esperienza su un Benelli 50, poi un Aspes Navaho e un Gori 50 Sachs 6V. Quando termina gli studi ha ormai già passato anni a smontare e rimontare motori. La sua passione per la meccanica è enorme, passa la sua vita a fare esperimenti e ricerche, al punto da avere oggi all’attivo qualcosa come circa 50 brevetti, in tutti i settori. Nel 1981/82 collabora con la Ferrari per il mondiale di F1, grazie alle sue scoperte in campo lamellare da un grande contributo alla scuderia Ferrari, che vuole ingaggiarlo ma lui ha ormai già in mente di aprire un centro ricerche a Napoli, città che lui adora. Tutt’oggi, è felicemente impegnato in questa città per i suoi brevetti e le sue ricerche. La Alien Engineering (volutamente nascosta all’ombra del Vesuvio) è il posto dove medita e crea. Insomma Joseph Romano esiste davvero, il problema è riuscire a parlarci.


Motor Racing Molise: Jeo Romano

Joseph “Joe” Romano è uno dei massimi esperti in tema di motori lamellari. Ma non solo. Tra la messa a punto di un motore e la costruzione di un supporto in carbonio, Joe trova anche il tempo di soffermarsi a riflettere sul senso delle cose senza il timore di rimettersi in discussione. Un idealista? Forse…

Joseph ROMANO, “Joe” per gli addetti ai lavori e per gli amici.
Joe non è un preparatore nel senso più comune del termine ma sa spremere fino all’ultimo cavallo da qualsiasi motore, incastonato in un telaio o sotto un cofano o nascosto dalla carena di uno scafo. Non è solo un meccanico o un ingegnere, ma è entrambe le cose: acquista e realizza da sé qualsiasi pezzo meccanico attingendo alla sua enorme esperienza, acquistata in oltre un ventennio di attività.
Raggiungerlo nel suo piccolo regno all’ombra del Vesuvio non è stato facilissimo. Il “laboratorio” di Joe è a pochissima distanza dalla tangenziale di Napoli, nella zona di Agnano e Pozzuoli, ma è perfettamente mimetizzato in un gruppo di case basse in via Pisciarelli 56/e. Nessuna insegna, nessun indizio che ci aiuti ad individuarlo. Non ci rimane che affidarci al telefono e farci guidare fino in fondo alla stradina (senza uscita…) dove è situato il laboratorio-officina. Perplessi, ci guardiamo intorno quando, all’improvviso, da una porticina in ferro si affaccia un ragazzo (in realtà un quarantenne in ottima forma…) in T-shirt e jeans che ci accoglie con un saluto in perfetto italiano, appena un po’ “guarnito” da una inequivocabile inflessione americana. Eh sì, Joe – nonostante il cognome faccia pensare il contrario – è un americano. Stanco – a suo dire – dei lunghi e rigidi inverni del suo paese, ha deciso una ventina di anni fa di trasferirsi definitivamente in Italia, scegliendo una delle zone proverbialmente più soleggiate e calde.
Così volutamente anonima e protetta da sguardi indiscreti, sembra quasi incredibile che la sede della Alien Engineering di Joe Romano sia stata – e sia tuttora – meta di un autentico pellegrinaggio da parte dei reparti corse di Honda, Derbi e Yamaha alla ricerca dell’accordatura finale dei propulsori ufficiali delle moto di personaggi quali Max Biaggi, Olivier Jacque, Shinya Nakano o Mirko Giansanti. La Alien Engineering è infatti considerata – soprattutto dai guru dei team del Sol Levante – il più avanzato centro di ricerca e sviluppo in tema di alimentazione lamellare e di studi sui fluidi termodinamici. Insomma, una carta da giocare quando la partita sembra ormai persa ma la speranza di vincerla non è ancora scemata. Un riconoscimento alle grandi e straordinarie capacità di Joe che, purtroppo, in alcune occasioni ha mostrato un rovescio della medaglia tanto amaro da mettere a dura prova la disarmante onestà e limpidezza del “genio”. Fuori di metafora, le guerre si combattono anche a suon di scorrettezze e il turbolento contenzioso che contrappone Joe Romano ad uno dei team più in vista del circus in merito alla “libera interpretazione” di un set lamellare lo dimostra emblematicamente.

L’essenza della meccanica tra scienza e filosofia
Che Joe ROMANO sia un personaggio fuori dagli schemi lo si capisce appena varcata la soglia del suo laboratorio-officina. Per chi ama i motori in ogni loro aspetto è uno spettacolo imperdibile. C’è di tutto: ruote, telai, motori completi… Un’infinità di pezzi, anche rari, che delineano con chiarezza la personalità pressoché unica di quest’uomo, che ha fatto della ricerca in campo meccanico l’obiettivo principale della propria vita. Parlare con Joe all’inizio non è stato facile. Dapprima un po’ diffidente – soprattutto verso la nostra categoria – schivo e imbarazzato, Joe ha mostrato però ben presto il suo vero volto entusiasmandosi nel mostrarci i frutti delle sue ricerche e delle sue realizzazioni. Senza alcun dubbio in campo meccanico può essere considerato l’equivalente di un ricercatore in ambito scientifico. Il suo approccio con le più disparate tecniche costruttive o i materiali più diversi è il risultato di conoscenze ed esperienze arricchite da studi approfonditi. Un esempio per tutti deriva dall’avanzatissimo livello raggiunto nei sistemi di alimentazione lamellare, di cui Joe ROMANO può tranquillamente essere considerato il massimo esperto mondiale. Non si tratta di un’affermazione fine a se stessa ma di una consacrazione guadagnata sui campi di gara in tutto il mondo.
Ciò che più colpisce in Joe, tuttavia, è sicuramente l’enciclopedica cultura, anche al di fuori dell’ambito puramente meccanico. Nel corso del nostro incontro, infatti, ha saputo alternare dettagliatissime disquisizioni, sia in campo tecnico e pratico che per quanto concerne la fisica, la matematica e l’informatica. Il tutto condito con qualche riflessione filosofica che non ci saremmo mai aspettati da uno… scienziato della meccanica.
E dire che durante il viaggio immaginavamo di incontrare un meccanico canonico, tuta vissuta e mani sporche di grasso….

A Joe Romano si può chiedere veramente tutto
Qualche anno fa, preso da una “crisi lamellare”, chiamai Joe per un consulto: mi era venuta l’idea di equipaggiare il mio scooter Honda SH 50 con un nuovo e più performante pacco lamellare… Alla mia domanda circa la disponibilità del prodotto per quel modello, seguì un attimo di silenzio. – Beh, veramente per il tuo scooter non non ancora pensato di realizzare un kit specifico…- mi rispose il tecnico italo -americano. – In effetti, a pensarci bene, forse dovrei iniziare a ipotizzare dei “pacchi” anche per i piccoli 50 cc – aggiunse quasi con voce sommessa. Dopo qualche giorno seguì una telefonata che ricorderò per sempre. – Sai hai ragione circa il tuo scooter, mi sono messo a spulciare la “sagoma” delle tue lamelle originali ed ho trovato forse quello che fa per te. Sono delle lamelle a “doppio stadio”, le stesse che equipaggiano il motore Kawasaki KX 80 da motoross… Tra l’altro ti comunico che, grazie a questa richiesta un po’ fuori dall’ordinario, metterò, da ora in poi, in produzione delle lamelle specifiche per tutti gli scooter da 50 cc – Joe é anche questo. La sua natura “ribelle”, un po’ stravagante, fuori dalla norma, abbinata alla sua sensibilità tecnica, ne fanno un personaggio dotato di uno spirito unico. Basta solo “suonare” la nota giusta al momento giusto e Joe si aprirà come uno scrigno magico dove sono contenuti anni di esperienza ma soprattutto una passione viscerale per tutto ciò che é nuovo. Qualcosa di estremo che non tutti spesso sono in grado di cogliere…